Alla fine
del medioevo sul Colle di Cerreto Piano sorse una cittadina alle
dirette dipendenze del re di Napoli, Carlo II D'Angiò,
incoronato re a Rieti. Il nuovo abitato è stato denominato
Città Ducale, in onore del figlio Roberto, duca di Calabria,
erede al trono 15 settembre 1308).
Città Ducale o meglio Civita Ducale, entra così
nella storia.
"La città, distesa sul colle, con le sue vie ben allineate,
guarda con i suoi artistici campanili i più alti monti
vestiti di verde, domina, circondata di olivi, la fertile stretta
valle del Velino pinguia rura Velini".
La fondazione della città è così ricordata
in un distico latino: "Dux mihi Robertus dal nomen schemaque
Regi; quae mea castra rego / fida et ubique Duc" (Per
me il Duca Roberto fornisce al re la pianta e il nome / i castelli
che domino sono sempre fedeli al duca).
È ancora l'Equizi a ricordarci che Cittaducale sorse fra
due celebri antiche città: Lista dalla parte di ponente,
e Cotilia da quella di levante.
Vespasiano, nei suoi dintorni aveva costruito con sontuosità
romana la sua famosa Villa, dove morì. Come attesta Svetonio
nel "Le vite dei dodici Cesari". Ci ricorda ancora
che "Tito Vespasiano morì nella stessa villa dove
morì suo padre, alle idi di settembre, dopo due anni ,
due mesi e venti giorni da che era succeduto al padre, a quarantadue
anni".
Il XVI è il secolo d'oro per Cittaducale: nel 1502 il Papa
Alessandro VI la elevò a sede vescovile staccando una ventina
di parrocchie dall'ampia diocesi di Rieti. La cattedrale episcopale
venne eretta nella chiesa di S. Antimo e, in seguito con Breve
di Clemente VIII, fu trasferita nella chiesa centrale di S. Maria
del popolo.
Dopo una serie di 20 Pastori, l'ultimo vescovo, Pasquale
Martini, morì a Rieti nel 1798 durante i tempi fortunosi
dell'occupazione napoleonica dello Stato pontificio e l'intenzione
di invadere anche il Regno di Napoli.
La diocesi dopo questi avvenimenti
fu governata da un Vicario Capitolare e dal Concordato del 1818
fra la S. Sede e i Borboni, ritornati sul trono di Napoli, la
diocesi di Cittaducale venne soppressa e il suo territorio, interamente
situato nel Regno, fu annesso alla Diocesi de L'Aquila.
Margherita d'Austria, figlia dell'Imperatore Carlo V, avendo sposato
in seconde nozze Ottavio Farnese, nipote del papa Paolo III ,
ricevette in dote dal padre Cittaducale e altre terre d'Abruzzo.
Nel 1568 Margherita venne a risiedere a Cittaducale, facendone
la capitale del suo principato. Nel 1572, divenuta signora della
città de L'Aquila, vi trasferì la propria residenza.
Finita la dinastia dei Farnese, Cittaducale con gli altri stati
farnesiani di Abruzzo ritornò ai Borboni di Napoli.
Nel periodo napoleonico Cittaducale resistette all'invasione francese
della fine del sec. XVIII e ci furono in città anche dei
morti.
All'inizio del 1800 conobbe la soppressione degli Ordini religiosi:
scomparvero i Conventuali e gli Agostiniani. L'orto dei francescani
diventò orto botanico, il Convento degli Agostiniani, ricostruito
dopo il devastante terremoto del 1703, con la restaurazione, seguita
ai Congresso di Vienna del 1815, divenne sede della sottoprefettura
de l'Aquila. Le rispettive chiese di S. Francesco dei Conventuali
e di S. Agostino furono affidate al Capitolo cattedrale la prima,
alla Confraternita della Concezione la seconda.
Le successive guerre risorgimentali portarono le genti italiche
nel Regno unitario sotto la corona di Casa Savoia . Negli anni
1860-1867 si arrivò alla soppressione di quei Monasteri
(Cappuccini di S. Maria del Monte e S. Caterina delle Benedettine)
che erano scampati alla soppressione francese. L'uno e l'altro
Monastero furono successivamente riscattati o con la compera dell'immobile
o con la permuta.
Cittaducale e le frazioni daranno il loro contributo di sangue
nella prima e nella seconda guerra mondiale (1915/18 - 1940/45).
Nel 1927, in seguito alla costituzione della nuova provincia di
Rieti, Cittaducale, con altri territori abruzzesi, unitamente
a territori della Sabina romana, viene incorporata nella nuova
provincia.
Nel 1972 furono rivisti anche i confini della Diocesi e Cittaducale
con tutto il territorio della sua ex Diocesi, incorporato dal
concordato dei 1818 alla Diocesi de L'Aquila, ritornerà,
dopo 500 anni, a far parte della Diocesi di Rieti.