Cittaducale,
che si erge maestosa sul colle di Cerreto Piano lambito dal corso
medio del fiume Velino, è cittadina tardo-medioevale.
Gli antichi abitanti della zona sono indicati col nome di Aborigeni.
A questi si aggiunsero, nel V millennio a.C. i Pelasgi, uomini
venuti dal mare (Adriatico) che qui si fermarono seguendo un loro
antico oracolo.
Fondarono tre città: Lilla sotto la montagna che domina
il centro della vallata del medio Velino, denominata Cutilia,
un'altra sulla cresta del monte che divide la vallata del Velino
da quella del Salto, al confluire di questo nel Velino, denominata
Lista e la terza nella valle reatina ai picchi del massiccio del
Terminillo chiamata Vazia.
Le tre città furono successivamente distrutte dal sopraggiungere
di un nuovo popolo, i Sabini, che soppiantarono i Pelasgi.
Al centro di questo territorio sorgeva un santuario, attorno al
quale si ritrovavano periodicamente gli abitanti per venerare
le loro divinità e interrogare gli oracoli.
Il più antico e rinomato santuario aveva sede nell'isola
fluttuante del Lago Velino. Qui avvenivano sacrifici anche umani
(al tempo degli Aborigeni), sostituiti successivamente (dai Pelasgi)
con altri sacrifici più rispettosi della dignità
della persona umana.
Non pochi studiosi indicano questo mitico Lago Velino nell'attuale
Lago di Paterno o Pozzo di Lantignano la cui mitica isola natante
sarebbe stata inghiottita dalle acque del lago stesso. Altri propendono
per la sparizione del lago stesso, che doveva invece trovarsi
proprio sotto il colle in cui sorge oggi Cittaducale, nel campo
di Sesto. Siccome il mitico lago era indicato anche dai Romani
come l'Umbilicus Italiae, tale denominazione è rimasta
alla Chiesetta di Sesto, come attesta una iscrizione degli inizi
del sec.XVII, che si trova all'interno della stessa Chiesa chiamata
"Basilica S. Mariae di Sexto in umbelico Italiane".
Nel 2° sec. a.C. i Romani occuparono il territorio e qua e
là costruirono le loro ville, tra le quali storicamente
famosa sarà la Villa di Vespasiano.
Nella Villa di Cotilia l'Imperatore, che ritornava ogni anno a
trascorrervi le ferie, morì nell'estate del 79 , seguito,
due anni più tardi, dalla morte anche del figlio Tito.
I due imperatori impiegarono gli schiavi ebrei per risistemare
la Via Salaria.
Con le invasioni barbariche anche le Ville romane del territorio
caddero in rovina.
Alla fine del 1° secolo d. C. (o fine del 3° secolo?)
il territorio vide il Martirio di San Vittorino di Amiterno. I
cristiani di Amiterno raccolsero le reliquie del martire per dare
loro onorata sepoltura nel loro territorio.
Col sorgere del monachesimo benedettino nella zona comparvero
monaci eremiti protetti dall'Abbazia di Farfa.
Sotto il dominio longobardo sorsero anche qui le pievi, le ville
ed i castelli isolati della zona sentirono il bisogno di unirsi
per difendersi dalla tirannia dei baroni e dalle malvessazioni
dei briganti.