La Sabina
è anche spiritualità e misticismo. Infatti oltre
alla valle Santa nella nostra provincia esistono molte altre località
nelle quali persone elevate alla gloria degli altari nacquero,
predicarono o addirittura subirono il martirio. Tra i luoghi di
spirito del nostro territorio merita sicuramente una posizione
di rilievo Pozzaglia Sabina, il cui nome è legato a ben
2 Sante.
Di Santa Ulpia Candida, patrona del paese si sa ben poco. Questa
Santa (il cui nome non appare nei martirologi) secondo la tradizione
subì il martirio all'età di 35 anni, probabilmente
sotto l'imperatore Diocleziano. Il suo corpo fu esumato dalle
catacombe di Santa Agnese in Roma, donato a Pozzaglia da Don Nicola
Petrucci e ivi trasportato solennemente sotto il pontificato di
Clemente XII. Dal 1758 esso riposa all'interno della parrocchiale
di San Nicola di Bari a Pozzaglia Sabina.
I luoghi quieti, salubri ed a contatto con la natura tipici della
Sabina ispirarono anche Livia Pietrantoni, la futura Suor Agostina.
Nacque il 27 marzo 1864 a Pozzaglia Sabina, secondogenita di una
numerosa famiglia (in totale 11 figli, oltre ai genitori ed ai
2 nonni). Già nei primissimi anni della sua vita mostrò
un'inclinazione naturale alla preghiera ed alla contemplazione
in solitudine, ci sono molte testimonianze che la ritraggono davanti
all'edicola dedicata alla Trinità sulla strada di Poggio
Moiano e nella Cappellina della Rifolta, nascosta tra i faggi
e le querce dell'ultimo pendio di monte Faggeto. Costretta a lavorare
per esigenze famigliari come tutti i bambini rurali (e non solo)
dell'epoca, già sotto i 10 anni lavorò come portatrice
di secchielli di sabbia sulla strada in costruzione da Poggio
Moiano ad Orvinio (oggi tratto della licinese, statale che collega
la salaria alla tiburtina). Successivamente andò a lavorare
negli uliveti attorno a Tivoli fino a quando non intraprese la
vita religiosa, mentre nei ritagli di tempo accudiva i malati
e gli infermi del paese di Pozzaglia. Il 23 Marzo 1886 fu accolta
nella Casa Generalizia delle Suore della Carità di Santa
Giovanna Antida Thouret. Il 13 Agosto 1887 vestì l'abito
religioso ed il giorno dopo entrò in servizio all'ospedale
Santo Spirito di Roma come infermiera, prima nella corsia dei
bambini, poi in quella dei tubercolotici dal 1889 al 1894. Proprio
nel 1894 contrasse la tubercolosi, ma dopo un breve riposo chiese
di rimanere nella stessa corsia degli ammalati. Il 13 Novembre
1894 venne assassinata da Giuseppe Romanelli, da lei assistito.
Nonostante fosse stata invitata dai superiori a guardarsi bene
dal Romanelli, (che la minacciava continuamente), ella continuò
a servirlo fino all'ultimo. In pratica suor Agostina sapeva già
con certezza ciò che l'aspettava. La notizia di una suora
uccisa da un ammalato fece subito il giro dell'ospedale, della
città e delle agenzie di stampa. Le esequie si celebrarono
nella grande chiesa del Sangallo, a Santo Spirito. Il corteo funebre
si mosse verso il Campo Verano tra una folla immensa, commossa
e orante. Molti giornali dedicarono articoli sulla morte e sui
funerali della religiosa come "Il Tempo", "Il Messaggero",
"Il Fanfulla" e "Vera Roma". L'assassinio
di Suor Agostina ebbe risonanza anche all'estero. Il 12 Novembre
1972 fu proclamata Beata da Paolo VI, mentre il 18/4/1999 fu proclamata
Santa da Giovanni Paolo II. Oggi a Pozzaglia Sabina possiamo visitare
la casa natale, il luogo di preghiera (Cappella della Rifolta)
ed ammirare la sua statua nella piazza a Lei dedicata. Gadget
e libri su Santa Agostina sono disponibili presso le Suore della
Carità di S.Giovanna Antida Thouret di Pozzaglia Sabina.
Un'occasione in più dunque per visitare questo paese, uno
dei gioielli dell'alta Sabina.
Articolo tratto da Mondo Sabino del 15 dicembre
2001.