Santa Agostina e Santa Ulpia
Autore:
Andrea del Vescovo

La Sabina è anche spiritualità e misticismo. Infatti oltre alla valle Santa nella nostra provincia esistono molte altre località nelle quali persone elevate alla gloria degli altari nacquero, predicarono o addirittura subirono il martirio. Tra i luoghi di spirito del nostro territorio merita sicuramente una posizione di rilievo Pozzaglia Sabina, il cui nome è legato a ben 2 Sante.

Di Santa Ulpia Candida, patrona del paese si sa ben poco. Questa Santa (il cui nome non appare nei martirologi) secondo la tradizione subì il martirio all'età di 35 anni, probabilmente sotto l'imperatore Diocleziano. Il suo corpo fu esumato dalle catacombe di Santa Agnese in Roma, donato a Pozzaglia da Don Nicola Petrucci e ivi trasportato solennemente sotto il pontificato di Clemente XII. Dal 1758 esso riposa all'interno della parrocchiale di San Nicola di Bari a Pozzaglia Sabina.

I luoghi quieti, salubri ed a contatto con la natura tipici della Sabina ispirarono anche Livia Pietrantoni, la futura Suor Agostina. Nacque il 27 marzo 1864 a Pozzaglia Sabina, secondogenita di una numerosa famiglia (in totale 11 figli, oltre ai genitori ed ai 2 nonni). Già nei primissimi anni della sua vita mostrò un'inclinazione naturale alla preghiera ed alla contemplazione in solitudine, ci sono molte testimonianze che la ritraggono davanti all'edicola dedicata alla Trinità sulla strada di Poggio Moiano e nella Cappellina della Rifolta, nascosta tra i faggi e le querce dell'ultimo pendio di monte Faggeto. Costretta a lavorare per esigenze famigliari come tutti i bambini rurali (e non solo) dell'epoca, già sotto i 10 anni lavorò come portatrice di secchielli di sabbia sulla strada in costruzione da Poggio Moiano ad Orvinio (oggi tratto della licinese, statale che collega la salaria alla tiburtina). Successivamente andò a lavorare negli uliveti attorno a Tivoli fino a quando non intraprese la vita religiosa, mentre nei ritagli di tempo accudiva i malati e gli infermi del paese di Pozzaglia. Il 23 Marzo 1886 fu accolta nella Casa Generalizia delle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret. Il 13 Agosto 1887 vestì l'abito religioso ed il giorno dopo entrò in servizio all'ospedale Santo Spirito di Roma come infermiera, prima nella corsia dei bambini, poi in quella dei tubercolotici dal 1889 al 1894. Proprio nel 1894 contrasse la tubercolosi, ma dopo un breve riposo chiese di rimanere nella stessa corsia degli ammalati. Il 13 Novembre 1894 venne assassinata da Giuseppe Romanelli, da lei assistito. Nonostante fosse stata invitata dai superiori a guardarsi bene dal Romanelli, (che la minacciava continuamente), ella continuò a servirlo fino all'ultimo. In pratica suor Agostina sapeva già con certezza ciò che l'aspettava. La notizia di una suora uccisa da un ammalato fece subito il giro dell'ospedale, della città e delle agenzie di stampa. Le esequie si celebrarono nella grande chiesa del Sangallo, a Santo Spirito. Il corteo funebre si mosse verso il Campo Verano tra una folla immensa, commossa e orante. Molti giornali dedicarono articoli sulla morte e sui funerali della religiosa come "Il Tempo", "Il Messaggero", "Il Fanfulla" e "Vera Roma". L'assassinio di Suor Agostina ebbe risonanza anche all'estero. Il 12 Novembre 1972 fu proclamata Beata da Paolo VI, mentre il 18/4/1999 fu proclamata Santa da Giovanni Paolo II. Oggi a Pozzaglia Sabina possiamo visitare la casa natale, il luogo di preghiera (Cappella della Rifolta) ed ammirare la sua statua nella piazza a Lei dedicata. Gadget e libri su Santa Agostina sono disponibili presso le Suore della Carità di S.Giovanna Antida Thouret di Pozzaglia Sabina. Un'occasione in più dunque per visitare questo paese, uno dei gioielli dell'alta Sabina.

Articolo tratto da Mondo Sabino del 15 dicembre 2001.